Jérez de la Frontera, Feria del Caballo 2013

Alla Scoperta della mia Andalucía

Non inizierò a descrivervi per filo e per segno tutte le città dell’Andalucía, perchè quelle le potete trovare in una guida qualsiasi.
Ci tengo però a darvi qualche breve cenno storico, per farvi entrare meglio nello spirito del paese che vi voglio far conoscere.
Vi guiderò alla scoperta di questa terra meravigliosa attraverso la mia personale esperienza e i miei appunti di viaggio. 
Siete pronti? Seguitemi!

Gli Andalusi lo chiamano Duende: quel “potere misterioso che tutti possono sentire e nessuna filosofia può spiegare”. Il più grande poeta spagnolo, Federico Garcia Lorca, gli diede questa definizione: “Il Duende opera sul corpo di una ballerina come il vento sulla sabbia. La gente lo riconosce con istinto infallibile quando si fa sentire”. Sentire il Duende, significa sentire una certa magia. Quella magia di cui l’Andalucía è intrisa. Ecco…io il Duende l’ho sentito fin da subito.

Sebbene le civiltà fiorissero in questa terra fin dall’antichità, l’Età dell’Oro nella Spagna meridionale nacque solo dopo l’arrivo degli eserciti dell’Islam, che nel VII secolo dalla Mecca attraversarono i vasti deserti del Nord Africa e varcarono lo stretto di Gibilterra nell’VIII secolo.
Su quella terra appena conquistata, ai confini dell’Islam, allora nota con il nome al-Andalous (Andalucía), i Mori crearono una straordinaria civiltà che superò le vicine cristiane ed islamiche.
Le radici dell’Andalucía affondano profondamente nella cultura moresca, riflettendo tuttora i lunghi secoli di dominazione nelle arti e negli occhi della popolazione locale. Per più di sette secoli, tra il 711 e il 1492 d.C., i Mori crearono in Andalucía, una delle più sofisticate civiltà del Medioevo. Le città e i villaggi andalusi rispecchiano tutt’oggi gli echi di quel passato moresco, conservando come straordinari tesori i monumenti dell’epoca, come la splendida Mezquita a Córdoba, l’Alhambra a Granada e l’imponente cattedrale gotica a Siviglia.

Il fascino dell’Andalucía nasce proprio dall’intreccio indissolubile di due culture e religioni antagoniste: cristianesimo e islam. Antiche moschee mascherate da chiese, immensi palazzi costellati di stucchi, un appassionato genere musicale chiamato flamenco e un grappolo di città bianche abbarbicate alle montagne che ancora domina il paesaggio arido e scosceso.

L’Andalucía è la culla assolata delle tradizioni culturali che da sempre definiscono, infiammano ed eccitano la Spagna. I primi passi del flamenco sbarcarono in questa terra come la danza tradizionale degli zingari andalusi, e il manto rosso brandito dai toreri nelle corride fu utilizzato per la prima volta nella città andalusa di Ronda come parte di un rituale in onore dei giorni della festa. Persino le tapas, i famosissimi cicchetti spagnoli, devono la loro origine alla parola andalusa utilizzata nel XIX secolo per i piccoli piattini che si soleva posizionare sopra ai bicchieri di vino nelle taverne per conservarne l’aroma e tenere lontane le mosche.

È una terra che ha generato e ispirato grandi scrittori, poeti, attori e pittori. L’Andalucía ha visto la nascita di Pablo Picasso e del pittore del XVII secolo Velasquez e ha sempre esercitato un fascino particolare nei romanzieri Ernest Hemingway e Laurie Lee. È lo sfondo dell’opera più rappresentata e famosa di tutti i tempi, la Carmen di Bizet. Un luogo unico dove l’est si incontra con l’ovest in un esotico crogiolo di culture ebraiche, zingare, moresche e cristiane, creando una miscela indimenticabile.

Mentre le coste attraggono orde di vacanzieri, l’entroterra andaluso attrae una diversa tipologia di turisti. Lontano dal lungomare si apre un mondo da cartolina, i cosiddetti Pueblos Blancos, con le loro stradine tortuose e acciottolate e un ritmo di vita lento che sembra non essere cambiato per secoli. E le città più affascinanti della Spagna – Sevilla, Córdoba e Granada – riportano i visitatori indietro nel tempo a sette secoli di dominazione moresca e alla gloriosa epoca dell’impero spagnolo.

Ma procediamo con ordine e iniziamo con le 3 vere e proprie perle dell’Andalusia, ovvero Sevilla, Granada e Córdoba.
Sono tutte città che meritano di essere descritte nel dettaglio in un capitolo a sé stante, quindi se volete conoscerle meglio o saperne di più, vi rimando alla pagina dedicata ad ognuna di queste meraviglie da mille e una notte. 

Sevilla (Siviglia) è amata dai viaggiatori di tutto il mondo, grazie a monumenti fotogenici come la Giralda, ovvero lo splendido campanile moresco della Cattedrale, la Torre de Oro, il Barrio Santa Cruz, un nido d’ape di strade acciottolate fiancheggiate da aranci e buganvillee e le meraviglie del palazzo reale de l’Alcázar. 

La città di Granada è un gioiello moresco, situato alle porte delle montagne della Sierra Nevada.
La gemma scintillante di Granada è l’
Alhambra, una serie di palazzi e giardini costruiti nel XIV secolo, che si erge oggi come una delle imprese architettoniche più impressionanti di tutti i tempi. Questo imponente complesso domina la città sottostante, con al centro il massiccio Palazzo di Carlo V.

Granada, Alhambra

Nel centro geografico dell’Andalusia si trova Córdoba, una città sorprendente che fu una delle capitali più importanti di tutta Europa. Per secoli un miscuglio di culture diverse ha arricchito questa bellissima città, lasciandovi in eredità una miriade di tesori monumentali. 

La grande moschea di Córdoba, chiamata Mezquita (parzialmente distrutta per costruire una grande cattedrale all’interno) è la terza moschea più grande del mondo. Un capolavoro dell’arte musulmana è uno dei pezzi più noti al mondo di architettura religiosa.

Cordoba, Mezquita

Ma eccovi nel dettaglio le città principali di questa terra meravigliosa. Voglio farvele scoprire una ad una, perché pur essendo tutte legate tra loro dal filo conduttore storico della cultura araba, ognuna di esse ha una propria essenza personale e particolare, che merita di essere assaporata singolarmente.

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