Vi porto alla scoperta di Verona

Verona

Verona, splendida piazzaforte sull’Adige
Città d’arte e cultura, palcoscenico della più famosa storia d’amore di tutti i tempi oltre che della lirica mondiale, Verona custodisce i tesori monumentali d’ogni epoca che ne testimoniano la storia illustre ed antica, e che ne hanno giustificato nel 2000 l’iscrizione nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO. La sua posizione di naturale crocevia ne ha fatto da sempre un’importante piazzaforte e nodo d’interscambio, ruolo in età contemporanea rafforzato dal notevole sviluppo  che l’ha inserita fra i principali poli economici del Nord-Est. La città di Giulietta e Romeo, tuttavia, ha saputo conservare intatto il suo splendido centro storico e preservare quell’immagine romantica a cui Shakespeare la legò per sempre.
Nel cuore di questa complessa realtà urbana si intrecciano architetture e memorie dall’età romana al medioevo e al rinascimento: dall’Arena, l’anfiteatro di epoca augustea, all’eccezionale sistema fortificato d’età scaligera e veneziana che tuttora delimita il centro storico. Ma l’elemento più caratterizzante, nel tessuto urbano di ieri come in quello di oggi, resta il fiume Adige: ragione, anima e risorsa di Verona sin dalle sue remote origini.
Il centro storico di Verona è tutto racchiuso entro il perimetro delle mura costruite dagli Scaligeri tra il 1283 e il 1329, rinnovato e aggiornato nei sistemi difensivi nel XVI secolo dai Veneziani. Vivace di negozi, trattorie, luoghi di ritrovo e in parte pedonalizzato, il nucleo attorno alle piazze centrali ha un aspetto in gran parte medievale, ma basta un colpo d’occhio per accorgersi che è ancora perfettamente visibile la struttura urbana dell’età antica. Romana è l’Arena, simbolo della città, e romane sono porta Borsari e porta Leoni, i monumentali accessi che immettevano nel cardo maximus. Fulcro cittadino era il foro, l’attuale piazza delle Erbe, ridotta in epoca comunale e poi in quella Scaligera per assumere l’attuale forma di fuso. Se piazza dei Signori rimanda all’epoca signorile, l’altro elemento chiave degli spazi urbani veronesi – piazza Bra – riconduce a un’evoluzione iniziata attorno al 1100 con la costruzione delle mura comunali, che inclusero l’area a ridosso della cinta romana, e la riqualificazione settecentesca come listòn, l’elegante passeggio cittadino. In città nel 1277 ebbe inizio la signoria Scaligera, destinata a durare fino al 1387. Si dispiegò in quei cent’anni, una fase cruciale del rinnovamento urbano che avrebbe inglobato la città antica in uno scenario urbano di eccezionale unitarietà. Passata nel Quattrocento a Venezia, nell’Ottocento Verona divenne la capitale militare del Quadrilatero asburgico. Riassume emblematicamente questa lunga fase storica la fortezza di Castelvecchio, costruita dagli Scaligeri “contro” la città e riutilizzata da Francesi e Austriaci come caposaldo militare. Oggi la fortezza è custode delle memorie artistiche cittadine raccolte nel bellissimo Museo civico.

  • Verona, Italy - Adige
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Itinerari a spasso per Verona

Tra piazza Bra e il Duomo
Piazza Bra, storico luogo di ritrovo dei veronesi, venne riqualificata alla metà del Settecento come polo alternativo alle tradizionali piazza delle Erbe e dei Signori. Dominata dalla mole dell’Arena, l’anfiteatro più famoso d’Italia, è circondata da una serie di pregevoli palazzi privati costruiti per dare maggiore lustro all’elegante passeggio cittadino. Spiccano il grande edificio neoclassico del palazzo della Gran Guardia Nuova (sede del Municipio), il settecentesco palazzo Ottolini e il palazzo degli Honorij, con il suo alto portico e la facciata a pilastri dorici. Sul lato meridionale, delimitato dalle mura comunali, fa capolino il palazzo della Gran Guardia, seicentesco, affiancato dal complesso dell’Accademia Filarmonica (la più antica del mondo), composto dal teatro, dalla Biblioteca e dal Museo lapidario maffeiano. Accanto sorge il Teatro filarmonico, di ispirazione palladiana, dove nel 1770 si esibì il giovane Mozart. Procedendo lungo l’elegante via Mazzini il percorso si fa più mondano. La “via Nova”, come viene ancora chiamata dai veronesi, è da sempre la strada dello shopping e dello “struscio” cittadino, un tempo sede delle più prestigiose botteghe settecentesche e ora dei negozi alla moda della città.

Attorno al cuore della città romana
Prima di arrivare in piazza delle Erbe, è d’obbligo una breve deviazione sulla destra per visitare la leggendaria casa di Giulietta, che sorge su via Cappello. L’edificio, del Duecento, è un piccolo gioiello di architettura gotica, ma il balcone dell’eroina shakesperiana è stato aggiunto soltanto con il restauro del 1935. Al numero 39, non lontano dalla casa dei Capuleti, ci si imbatte nella Pasticceria Cordioli, che ha visto passare tutto il bel mondo veronese per le specialità che l’hanno resa celebre come i Baci di Giulietta e i  Sospiri di Romeo.  Merita uno sguardo, pur rimanendo nella stessa zona, la porta dei Leoni, la più conservata delle porte romane della città, eretta intorno al I secolo a.C. alla fine del cardo massimo, l’attualità sequenza di strade che da piazza delle Erbe porta al Lungadige e al Ponte delle Navi.
Superato l’incrocio con via Cappello si giunge in piazza delle Erbe, accolti dall’animato e variopinto mercato sotto i bianchi e caratteristici ombrelloni, che contrastano piacevolmente con l’ordine monumentale del luogo. Spiccano, all’angolo con via Mazzini, le fronti delle case-torri, residuo del ghetto ebraico retrostante demolito negli anni Venti e la Domus Mercatorum,  con grandi bifore e merlatura, un tempo sede delle potenti associazioni dei mercanti. Sul lato corto si scorge l’imponente mole della torre del Gardello, di epoca trecentesca e, dalla stessa parte, lo sguardo è rapito dalla scenografia del palazzo Maffei, poggiato sui resti del Capitolium romano. Sul lato nord-orientale si possono ammirare gli affreschi cinquecenteschi delle case dei Mazzanti, ricavate nella Domus Bladorum scaligera che ospitava al piano terra fondachi e negozi e a quello superiore granai.

Piazza dei Signori e le Arche scaligere
A due passi da piazza delle Erbe, piazza dei Signori offre un assaggio della monumentale Verona scaligera: il trecentesco palazzo del Capitanio, il coevo palazzo della Prefettura e la loggia del Consiglio, capolavoro del rinascimento veronese, eretta nel 1485-92, ne sono esempi eloquenti. Sulla destra si erge il palazzo del Comune o della Ragione, del XII secolo, che ospita la galleria comunale di arte moderna e contemporanea Achille Forti con opere di importanti artisti italiani tra i quali Francesco Hayez, Giovanni Fattori e Giacomo Manzù. Il palazzo della Ragione ingloba l’alta torre dei Lamberti, con splendido cortile interno di origine romanica. La costruzione della torre ebbe inizio nel 1172 per volontà dell’omonima famiglia; sulla sommità nel 1295 furono poste due campane, la più grande detta Rengo, serviva chiamare alle armi i cittadini e per radunare il Consiglio Comunale, la più piccola chiamata Marangona veniva fatta suonare in caso di incendio.
I Veronesi lo chiamano ancora Mercato Vecchio. Passando sotto il volto che unisce palazzo della Prefettura a quello del Capitanio, si esce nel piazzaletto delle Arche, uno degli angoli più suggestivi di Verona.
Qui si trova infatti il complesso funerario, di gusto gotico, delle Arche scaligere, che trasformarono l’antico luogo di sepoltura dei signori di Verona in un grande teatro pietrificato. L’Arca di Cansignorio, morto nel 1375, è la più fastosa, con il ricco sarcofago decorato dai bassorilievi, su cui giace la statua del defunto vegliata dagli angeli.

Il mercatino degli antiquari sotto gli antichi portici
Vale la pena di fare una passeggiata sotto i portici di via Sottoriva, tra piazza dei Signori e il lungo fiume. Conservano tutto il fascino della vecchia Verona medievale, insieme alle splendide case duecentesche, con monofore e bifore romaniche che si affacciano sulla via verso il ponte Nuovo. Via Sottoriva era probabilmente il luogo del porto romano e conserva le antiche tipologie fluviali. Il secondo sabato di ogni mese vi si svolge il tradizionale mercatino dell’antiquariato. Tanti gli espositori, che propongono curiosità, prodotti etnici, mobili, orologi e oggettistica in genere. Numerosi anche gli appassionati a caccia di rarità e pezzi di modernariato. Al numero 2 della vicina via delle Arche Scaligere, si erge la cosiddetta casa di Romeo (in realtà apparteneva a tal Cagnolo Nogarola), grazioso edificio trecentesco in caratteristico gotico veronese.

Architettura gotica e arte moderna
Via Sottoriva termina alla basilica di S. Anastasia, uno dei più maestosi edifici gotici della città, fatta costruire interamente in cotto dai domenicani tra il Trecento e il Quattrocento. Colpisce la vista l’altissimo campanile che guarda all’Adige e la splendida facciata tripartita, ravvivata da un magnifico portale a marmi policromi con rilievi sull’architrave e affreschi sulle lunette. La chiesa custodisce preziose opere tra cui un San Giorgio, capolavoro del Pisanello. In corso S. Anastasia si trova uno dei negozi storici dell’antiquariato veronese, Valbusa che propone da oltre mezzo secolo preziosi oggetti del Settecento e ricercatissime maioliche. Via Duomo, che da S. Anastasia porta alla Cattedrale, è fiancheggiata da numerosi palazzi signorili.

Il Duomo, armoniosa commistione di stili
Il Duomo appare da lontano in tutta la sua imponenza, con il bel campanile romanico terminato da Sanmicheli nel Cinquecento. Sulla facciata tripartita spiccano due alte bifore e un splendido protiro a due piani in marmo e tufo, firmato da Nicolò, artista attivo nella prima metà del XII secolo. La costruzione della chiesa, iniziata dopo il terremoto del 1117, continuò alla metà del Quattrocento e si concluse alla fine del Cinquecento. La facciata è un’armoniosa contaminazione di materiali e colori (bianco del tufo, rosa del marmo, rosso del cotto). L’abside in tufo è tra le più belle espressioni del romanico veronese. Merita una visita anche il suggestivo chiostro che si apre di fronte al Duomo, eretto sui resti ancora visibili della basilica paleocristiana.

Verona Scaligera e Veronetta
Se Verona romana si articolava entro l’ansa dell’Adige, l’addizione scaligera fuori dalle mura antiche produsse nuovi elementi di grande rilievo architettonico, a cominciare dall’imponente Castelvecchio, eretto nel 1354 per volontà di Cangrande II della Scala, trasformato dapprima dai Francesi, che ne smantellarono le torri, e quindi adibito a caserma austriaca e poi italiana. Non lontano sorge un altro monumento simbolo della vita civile e religiosa di Verona: la maestosa basilica di San Zeno Maggiore, di epoca comunale, nata sulle ceneri di una chiesa altomedievale. Per visitare quella parte di Verona inglobata nelle mura scaligere occorre partire dall’arco di Gavi e da Castelvecchio. Li si raggiunge dalla porta dei Borsari, attraverso corso Cavour. Merita sostare davanti all’antica porta, costruita nel I secolo d.C. sulla Postumia, accesso principale della città romana. Detta porta di S. Zeno in epoca medievale, prese poi il nome dei bursarii, cioè gli addetti alla riscossione delle gabelle vescovili. Oggi non ne rimane che la facciata, a due fornici, sovrastata da due ordini di sei finestre.

La fortezza di Castelvecchio e il Museo civico
Arrivando da corso Cavour appare, appena dietro l’arco, il complesso di Castelvecchio, l’imponente rocca di Verona e la più imponente struttura fortificata di tutto il territorio scaligero. Si compone di due nuclei principali divisi dal ponte: a ovest si trovano le stanze della vera e propria dimora scaligera, mentre a est si possono vedere ancor oggi il cortile maggiore e l’ala originariamente destinata alle truppe. Al centro, domina il complesso l’alta torre del mastio, da cui si accede al ponte Scaligero, poderoso manufatto ricostruito negli anni Cinquanta “dov’era e com’era” dopo il crollo subito nella seconda guerra mondiale. Le rosse arcate diseguali che scavalcano il fiume sono una delle vedute più suggestive di Verona. All’interno del castello ha trovato spazio il Museo civico, realizzato fra il 1958 e il 1964 da Carlo Scarpa, dove sono esposte importanti raccolte d’arte, oreficeria, dipinti e sculture, soprattutto di area veneta, dall’epoca paleocristiana al Settecento. Tra i capolavori pittorici, opere di Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Veronese, Tintoretto, Tiepolo. Tra le sculture, notare quelle trecentesche dell’ambito del Maestro di Sant’Anastasia e la statua equestre di Cangrande proveniente dalle Arche scaligere.

San Zeno Maggiore e il capolavoro di Mantegna
Proseguendo lungo il fiume  e osservata la chiesetta di S. Zeno in Oratorio (XIII secolo, l’edificio sacro più antico di Verona, svoltando a sinistra ci si trova al cospetto della Basilica di S. Zeno Maggiore. Capolavoro del romanico, fu fondata alla fine del XII, e da allora è stata il cuore della vita religiosa della città. La sua elegante facciata in tufo è scandita da lesene e attraversata da una sottile galleria di bifore: vi spiccano il portale realizzato verso il 1138 da maestro Nicolò, le 24 formelle in bronzo della porta del XII secolo, vertice della scultura medievale, la cosiddetta Ruota della fortuna, ovvero il grande rosone scolpito dal Brioloto all’inizio del XIII secolo. L’interno, vastissimo, racchiude importanti opere d’arte tra cui spicca il trittico raffigurante Madonna con Bambino fra angeli e santi, realizzata fra il 1456 e il 1459 da Andrea Mantegna, dipinto fondamentale della pittura rinascimentale italiana.
Impreziosiscono la basilica l’altissimo ed elegante campanile romanico e il torrione superstite dell’antica abbazia, di cui rimane il portico romanico-gotico del chiostro. Non lontano, la chiesa di S. Bernardino, di forme gotiche con elementi barocchi, racchiude la cappella Pellegrini, progettata da Michele Sanmicheli, con pianta circolare e splendide decorazioni a cassettoni sulla cupola.

Veronetta: in riva sinistra dell’Adige
Non si può dire di essere stati a Verona se non si dà almeno un’occhiata alla riva sinistra dell’Adige, dove si trova quella che i Veronesi hanno soprannominato Veronetta, così chiamata dopo che nel 1801 il fiume divenne confine tra Francesi e Austriaci e la città fu spaccata in due. Un quartiere dallo sviluppo edilizio molto complesso, dove sorgeva il primo insediamento abitato reto-euganeo e successivamente l’acropoli romana.
La passeggiata inizia al ponte Pietra, che collega il centro storico di Verona con l’altra sponda dell’Adige, a cinque arcate. Nonostante i numerosi interventi, è una suggestiva eco di quello che doveva essere nell’antichità. Superato il ponte, si raggiunge il complesso archeologico da cui trae origine la città. L’area del Teatro romano è tra le più ricche dell’Italia settentrionale ed è inserita in un suggestivo affresco naturale. Sopra la cavea, distesa sulla collina, tre terrazze regalano scorci eccezionali sulla città sottostante. Nella bella stagione vi si svolgono rappresentazioni di prosa, balletti e concerti. I materiali archeologici rinvenuti in città sono esposti nell’ex convento di S. Girolamo, adibito a Museo archeologico al Teatro romano.
Merita una sosta, sul lungadige, la chiesa di S. Giorgio in Braida, costruita nel Quattrocento e dominata dalla grande cupola di Michele Sanmicheli. Di grande pregio le opere pittoriche qui custodite, opera di Jacopo e Domenico Tintoretto e Girolamo Romanino; la più prestigiosa è il Martirio di S. Giorgio, capolavoro di Paolo Veronese.
Non lontano dall’area archeologica del Teatro romano, a Veronetta sopravvive uno degli scorci verdi più tranquilli e suggestivi di Verona: il giardino del cinquecentesco Palazzo Giusti, splendido esempio di giardino tardo-rinascimentale all’italiana, punteggiato di statue mitologiche e ravvivato da incantevoli fontane. Tra gli angoli più suggestivi è l’intricato labirinto in bosso, disegnato nel Settecento da Luigi Trezza. Tra i visitatori illustri che ne rimasero affascinati, Mozart, Goethe, Fauré, Volkamer, de Brosses, senza dimenticare uomini potenti come Cosimo de’ Medici, Carlo Felice di Savoia, l’imperatore Giuseppe II e lo zar Alessandro I.

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